“Questo argomento potrà non essere nuovo per le orecchie di alcuni ex-studenti, ma mai come ora il problema si presenta nella sua gravità .
Parlo della situazione dell’informatica nelle scuole italiane, che è veramente mostruosa. Si è sempre saputo che molti docenti non fossero all’altezza della propria materia, ma arrivare al punto di “non avere l’abilitazione” ad insegnare una parte dell’ordinario programma è veramente troppo.
Ora vi racconterò un episodio realmente accaduto in una tranquilla e decadente scuola nel centro Italia:
Inizio anno scolastico 2000/2001, classe IIA sperimentale fisica-“informatica” di un Liceo Scientifico. Giunge la notizia di un cambiamento di professori, tra i quali figura anche il docente di matematica. Qualche giorno dopo la sezione si trova difronte ad un problema: la nuova prof. non ha l’abilitazione ad insegnare informatica, tra la delusione e la rabbia di molti. Passano settimane e mesi prima che si faccia la prima ora di questa materia, condotta da un alunno della stessa classe, uno dei più esperti in questo campo. Le lezioni vengono molto spesso saltate, con intervalli di mesi e mesi. Un bel giorno, due mesi e mezzo prima della chiusura della scuola, viene contattato un “tecnico” per risolvere la situazione, ma ora arriva il bello. Questo cosidetto “esperto”, in realtà , ne sa come la professoressa sopracitata di informatica: infatti – quando è stato proposto il programma [che comprendeva la programmazione di siti web e l’insegnamento del linguaggio ipertestuale] – la risposta è stata sempre la stess a e malinconica affermazione: “No, non sono abilitato in questo campo”. Risultato: in quelle poche ore di lezione mensili ci viene insegnato a scrivere l’elenco alfabetico della classe e a colorare i caratteri con Microsoft Word 97. :-o”
Questa lunga digressione potrà sembrare stupefacente per voi, invece è un caso sempre più frequente e diffuso nelle scuole italiane; e non abbiamo citato altri episodi, come la confusione tra turbo pascal e visual-basic [due linguaggi di programmazione, il primo per DOS, il secondo per Windows] da parte di un docente ad un esame di stato. E potremo continuare all’infinito: basta semplicemente indagare tra le scuole medie e superiori italiane per sbattere contro la dura realtà .
Non perdiamo tempo ad atribuire colpe a questo o a quel professore: il problema risiede all’interno della scuola italiana, che sin dalla sua nascita non ha saputo tenersi aggiornata e soprattutto non ha mai fornito una valida preparazione ai giovani per entrare nel mondo del lavoro.
Se a questa situazione aggiungiamo l’incompetenza di provveditori e presidi [che – nonostante il raggiunto limite di età – continuano inesorabilmente ad esercitare la propria professione 🙁 ] , i quali non sanno mettere “l’uomo giusto al posto giusto”, si spiega, almeno in parte, la grave situazione che noi studenti stiamo affrontando.
Nel frattempo dobbiamo continuare a tirare avanti, cercando noi – studenti più preparati – di ovviare a ciò, insegnando – se necessario – ai nostri bravi professori come accendere un computer! ;-)”
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Informatica a scuola: il disastro dei professori
“Questo argomento potrà non essere nuovo per le orecchie di alcuni ex-studenti, ma mai come ora il problema si presenta nella sua gravità .
Parlo della situazione dell’informatica nelle scuole italiane, che è veramente mostruosa. Si è sempre saputo che molti docenti non fossero all’altezza della propria materia, ma arrivare al punto di “non avere l’abilitazione” ad insegnare una parte dell’ordinario programma è veramente troppo.
Ora vi racconterò un episodio realmente accaduto in una tranquilla e decadente scuola nel centro Italia:
Inizio anno scolastico 2000/2001, classe IIA sperimentale fisica-“informatica” di un Liceo Scientifico. Giunge la notizia di un cambiamento di professori, tra i quali figura anche il docente di matematica. Qualche giorno dopo la sezione si trova difronte ad un problema: la nuova prof. non ha l’abilitazione ad insegnare informatica, tra la delusione e la rabbia di molti. Passano settimane e mesi prima che si faccia la prima ora di questa materia, condotta da un alunno della stessa classe, uno dei più esperti in questo campo. Le lezioni vengono molto spesso saltate, con intervalli di mesi e mesi. Un bel giorno, due mesi e mezzo prima della chiusura della scuola, viene contattato un “tecnico” per risolvere la situazione, ma ora arriva il bello. Questo cosidetto “esperto”, in realtà , ne sa come la professoressa sopracitata di informatica: infatti – quando è stato proposto il programma [che comprendeva la programmazione di siti web e l’insegnamento del linguaggio ipertestuale] – la risposta è stata sempre la stess a e malinconica affermazione: “No, non sono abilitato in questo campo”. Risultato: in quelle poche ore di lezione mensili ci viene insegnato a scrivere l’elenco alfabetico della classe e a colorare i caratteri con Microsoft Word 97. :-o”
Questa lunga digressione potrà sembrare stupefacente per voi, invece è un caso sempre più frequente e diffuso nelle scuole italiane; e non abbiamo citato altri episodi, come la confusione tra turbo pascal e visual-basic [due linguaggi di programmazione, il primo per DOS, il secondo per Windows] da parte di un docente ad un esame di stato. E potremo continuare all’infinito: basta semplicemente indagare tra le scuole medie e superiori italiane per sbattere contro la dura realtà .
Non perdiamo tempo ad atribuire colpe a questo o a quel professore: il problema risiede all’interno della scuola italiana, che sin dalla sua nascita non ha saputo tenersi aggiornata e soprattutto non ha mai fornito una valida preparazione ai giovani per entrare nel mondo del lavoro.
Se a questa situazione aggiungiamo l’incompetenza di provveditori e presidi [che – nonostante il raggiunto limite di età – continuano inesorabilmente ad esercitare la propria professione 🙁 ] , i quali non sanno mettere “l’uomo giusto al posto giusto”, si spiega, almeno in parte, la grave situazione che noi studenti stiamo affrontando.
Nel frattempo dobbiamo continuare a tirare avanti, cercando noi – studenti più preparati – di ovviare a ciò, insegnando – se necessario – ai nostri bravi professori come accendere un computer! ;-)”
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